I really enjoyed this exhibition, took back a lot of memories from when I was at the University, and in Paris.
Also reminded how fond I was about Ove Arup and Partners.
I really enjoyed this exhibition, took back a lot of memories from when I was at the University, and in Paris.
Also reminded how fond I was about Ove Arup and Partners.
Stamattina sono in anticipo sulla tabella di marcia, esco per prendere un treno prima del mio solito.
Cammino zoppicanso lievemente perché la caviglia destra è ancora un po’ dolorante. In stazione scopro che il treno delle 8.11 è cancellato. E che il treno delle 8.19 è in ritardo.
Sento che è una metafora della mia vita. (andarsi a cercare treni che possono anche decidere di non passare)
Sul binario 3, con un pallido sole e 1 grado. Ho i piedi freddi.
Il treno al momento è fremo a un semaforo rosso.
I really enjoyed this exposition. A lot of good memories came back, when I was thinking that Architecture would become my life.
The available drawings and models are super well presented, so to be interesting for both architects and non-architects.
I loved to remember how importat Ove Arup and Partners have been for the development of the contemporary architecture that has shaped the world in the last 40 years.
“Dedicated to Peter Rice” , made me smile. He was such an important engineer, at the age of 28 he was the structural engineer of the Sydney Opera House!
Making of.
(the title of this post Il the title of an old fashioned Italian hit means “the suitcase on the bed”)
Flying off tomorrow.
Basically the most important event lately has been my birthday 🙂
It has been a working day in the office. I have had a double lovely surprise: I finished my shift at 00:30. The team had the “happy birthday” song in the background music and this has been a huge surprise for me. 😊
The next day, was working again and at around 6pm a cake appeared on the floor surprising me again. Is Tradition in India to give cake with hands to the one who is celebrating birthday, and also to spread cake on the face. (I have missed this second step.) it has been a completely unexpected part of the celebration. One of the lovely ladies I am working with, her name Ashwini took me a typical local “sweet bite” made with garam flour that I liked very much. I looked for the recipe online and I will try to replicate that once at home.
Last but not least I also had a loved dinner next day with Ilaria and Luigi at the Hyatt Pune Hotel And got a second yummy cake.
Up to now I have been following all the sanitary advices I got from my most Indian “experienced” friends. This means that the only unforseen culinary event has been eating the buffet prepared for us by the staff that we are training here in the office.
This is only a small part of all the food they prepared for us. 4 different curries, 3 different breads, 2 different rices, a chicken biryani, peas and paneer, and 4 different sweet dishes. The obvious funny thing is being told a dish “is not spicy” and then finding it spicy for my European tastes. 🙂 it is an obvious difference in degrees of spiciness in different areas of the planet.
I really enjoyed all the food that has been prepared for us. They have all been so kind. I like when people are proud of their culinary tradition. 😀
Sunday has been a day of sightseeing around the city. We really underestimated how crowded can be a temple on Sundays with the result of been able to see Ganesh Temple – Dagdusheth Ganpati – only from outside. We then headed to a big Street market nearby. The last hop of the day was the Shaniwar Wada Fort where unexpectedly we turned out to be the attraction for some young locals wanting to take pictures with us (sooo weird!) 😁
Today I was not feeling like eating anything but I felt like I needed a big ginger tea.
So I went on the ground floor in the IBM canteen and tried to order a double ginger tea.
“how much is a double ginger tea? ”
” 50″
“How big is the double tea? ”
He shows me a paper cup smaller than a mug.
” here on the board the price Il 10, how big is the regular one? ”
He shows me paper cup that is half the previous one.
” is the big one the double of the small one? ”
He is not fully happy with that, but says Yes.
” so how much will be the price? ”
” 20″
“fine. It is with no milk, is it? ” I ask two times.
He moves his head, pours the tea in a side and I can not see what he is doing, but he handles me something that is not transparent.
OK. 20 rupees for a tea that I have thrown away.
(note to self: Next time leave it on the counter).
Siamo partiti venerdì 17 sera.
La combriccola internazionale con cui viaggio nulla sa della pessima fama di questo giorno. 😉
Abbiamo fatto tutti check in sedute lontane, mi sono ritrovata a viaggiare di fianco a un signore indiano dell’igiene dubbia.
Il volo parte con un’ora circa di ritardo.
Guardo “il caso spotlight” e mi addormento con l’aiuto di un paio di bicchieri di vino bianco spagnolo dopo cena.
Dormo praticamente un sonno unico fino a che il capitano ci sveglia.
Salto la colazione indiana accontendandomi di in panino vuoto e un caffè, non so ancora che è un errore perché praticamente non toccherò più cibo fino a sera.
Al terminal arrivi la wifi è ottima, contrariamente a quella di casa.
All’uscita del terminal lo choc termico è importante: non credo di aver goduto di 30 gradi da moltissimi mesi, ma dopo 30 minuti sono perfettamente a mio agio. 💟
La manager ci è venuta a prendere sorbendosi un pick up alle 7 e 5 ore di auto. Il viaggio Mumbai Pune dura 5 ore che passerò seduta su uno scomodissimo sedile.
L’uscita da Mumbai e l’entrata a Pune passano per vie iper trafficate conteggiate da baracche che ospitano di tutto: da abitazioni a piccole attività commerciali.
Per ora la sensazione più forte è quella di fronte a questa povertà incredibile.
L’arrivo a Pune è liberatorio.
Londra, estate, interno giorno.
Luce accesa.
Fuori dalla finestra cielo grigio (su), 17 gradi e vento ale 9 del mattino.
Sono 6 mesi e 19 giorni che sono a Londra.
Quello che non vi ho ancora mai raccontato che da quando sono arrivata qui la cosa che mi ha fatto pi compagnia di tutte stata la Solitudine.
Non c’ telefonino, o Whatsapp che tenga.
Semplicemente dovrai essere tu, quasi sempre, a cercare tutti.
Perch la gente lontana persa nei “suoi giri e nei suoi guai”, e tu sei lontana che fai chissche.
E ringrazio non solo perch “la mia mamma mi ha fatto poco intelligente”, ma anche perch il mio analista mi ha insegnato che non sono antisociale, ma pi semplicemente egosintonica.
E mi bacio i gomiti.
Solo che poi arriva il giorno in cui accade qualcosa di assoutamente normale – mia mamma che si prepara per andare al mare – e mi viene da piangere (piangere sul serio).
Perch questo squarcio di routine estiva mi fa desiderare di essere li con lei, perch mi manca, come mi mancano tutti gli altri che non sento mai e che non si fanno mai sentire.
Perch diciamocelo: Fabebook come un pannicello caldo per curare la fame nel mondo, quando si tratta di mantenere veri rapporti di amicizia.
E mi fermo a scrivere queste parole, quando invece dovrei studiare il libro della prince2, prima di andare a fare il mio turno di 6 ore, di questo lavoro che mi pagher le spese per i prossimi X mesi.
Queste sono le foto migliori che ho scattato durante una giornata fredda e ventosa, ma molto piacevole dal lato umano.
Le trovate qui, nel set su Flick.
domani chiude friendfeed.
il socialino piu bello che ci sia mai stato, quello – in cui, più che in altri mi sono scelta le persone per affinità –
il socialino popolato da amici che amo, da amiche con cui ho pianto, viaggiato in luoghi che mai avrei visitato da sola e parlato allo sfinimento.
sono stata immensamente triste un mese fa,
alla notizia che avrebbe chiuso.
un po come se fino ad allora avessi abitato in una stupenda casa con una terrazza sul mare, sempre piena di feste con gli amici, e vino bianco al tramonto.
e all’improvviso mi avessero sfrattato.
ora so che non perderò nulla,
non perderò quegli affetti, perche so dove sono, geograficamente e nella cartografia dei miei sentimenti e so cosa dovrò fare per reincontrarli.
mi hanno sfrattata, ma di fronte all’inevitabile non posso fare nulla,
se non raccogliere con me tutti i ricordi meravigliosi delle dimostrazioni di affetto sincero dell’ultimo mese, e portarle nella mia nuova casa,
una casa coi muri bianchi,
con le stanze ancora da decidere,
un immenso che io, noi potremo fare sbocciare.
(lo abbiamo gia fatto una volta, lo possiamo fare una seconda, anche meglio)
addio friendfeed – ti ho amato di amore vero – benvenuto frenf.it
a seguire un disordinato elenco di post che parlano della chiusura di friendfeed:
http://xmau.com/wp/notiziole/2015/03/10/friendfeed-chiude/
http://www.pinguinomag.it/chiude-friendfeed-e-finisce-unepoca-dei-social-network
http://www.unpirlaqualsiasi.it/2015/03/10/so-long/
http://peppe-liberti.blogspot.it/2015/03/service-unavailable.html
http://mixmic.it/2015/giao-friendfeed/
http://blog.mfisk.org/2015/03/vorra-dire-che-si-riprendera-coltivare.html
http://www.enrico-sola.com/2015/03/giao-angelo/
http://www.mantellini.it/2015/03/10/friendfeed-la-mano-sinistra-di-dio/
http://blog.louisgray.com/2015/03/friendfeeds-closure-another-painful.html
http://cameronneylon.net/blog/end-of-feed/
https://plus1gmt.wordpress.com/2015/03/11/in-morte-di-ff/
http://www.orizzontintorno.com/post/1900-ciao-friendfeed-ci-rivediamo-in-un-altra-vita
http://lasignoramaria.net/?p=106
https://lacasadelsole.wordpress.com/2015/03/10/ma-che-ne-sapete-voi-di-friendfeed/
http://marcomanicardi.altervista.org/friendfu/
http://seideegiapulp.blogspot.it/2015/03/e-morto-il-ff-viva-il-ff.html
http://scacciamennule.blogspot.fr/2015/03/addio-friendfeed.html
http://storv.blogspot.it/2015/03/fin.html
https://paz83.wordpress.com/2015/03/11/piccola-bibliografia-essenziale-sul-socialino-friendfeed-e-la-sua-chiusura/
http://www.wired.it/internet/social-network/2015/03/10/dear-friendfeed-breve-storia-socialino-presto-sparira/
https://sindromedisnoopy.wordpress.com/2015/03/10/le-cose-che-friendfeed-non-mi-ha-dato/
https://afterzen.wordpress.com/2015/03/10/closing-time-you-dont-have-to-go-home-but-you-cant-stay-here/
http://www.lastampa.it/2014/03/13/tecnologia/addio-friendfeed-facebook-chiude-uno-dei-primi-social-network-Y2KXGB10pthvKsIZaIBHqI/pagina.html
https://gagrito.wordpress.com/2015/03/13/so-long-and-thanks-for-all-the-fish/
https://lacasadelsole.wordpress.com/2015/03/14/get-a-life-ancora-un-post-su-friendfeed-mi-annoio-da-sola/
http://www.borborigmi.org/2015/03/16/e-se-domani-chiudesse-facebook/
http://www.commeurope.com/2015/03/16/addio-friendfeed/
http://alberodimaggio.blogspot.it/2015/03/e-niente.html
http://se-telefonando.blogspot.it/2015/03/forever-feed-m.html
https://lumiastoryteller.com/story/QOkAsAwp3rRwB9qh-FRIENDFEED-MORTE-DI-UN-SN
https://medium.com/@.mau./friendfeed-e-l-entropia-f34e8b781ebc
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18 Incredible Places You Won’T Believe Are Actually In London
il treno è in ritardo
il pendolare che fuma e che non se ne sta fermo nel suo metro quadro di banchina,
no, cammina avanti e indietro facendomi arrivare il suo fumo in faccia
io ho il raffreddore forte e le tonsille infiammate e quel fumo mi arriva in gola
stringendomela e facendomi tossire
resisto all’impulso di dirgli di starsene fermo, lui e il suo vizio,
che è da maleducati costrigere tutti a respirare il suo fumo
oggi
oggi che ha piovuto e l’aria è più pulita
oggi che dopo la pioggia è riuscito anche il sole e c’è una sottile aria di primavera
qui sulla banchina della stazione insolata dagli ultimi raggi del tramonto.
il treno è in ritardo
arrivo a destinazione 20 minuti dopo la tabella di marcia solita
e sul primo gradino della scala mobile l’uomo che ho davanti si gira di scatto
“stà di quà la metro?”
si, a sinistra nel corridoio
nel corridoio c’è un supermercato che noto non ha più l’insegna del nome,
ora si chiama solo express
la metro, o meglio il metrò
arriva dopo due minuti
l’alta frequenza dei convogli durante l’ora di punta è una delle cose che apprezzo di più
la sensazione che la città sia ancora più piccola di quanto non sia e che le le distanze
possano essere veramente misurate in minuti.
le facce sono stanche
l’uomo davanti a me con la cravatta e il giubbotto della north sails
legge il manifesto.
due posti più in là una signora di mezza età legge un libro che da lontano potrebbe sembrare una bibbia
copertina rigida, fogli sottili, ma non credo che lo sia
la signora cinese ha qualche filo bianco tra i capelli, una borsa luis vuitton e le scarpe nike rosa
alla mia sinistra
quello che potrebbe essere definito un giovane hipster
indossa grosse cuffie bianche philips e ascolta musica battendo il tempo con il piede.
in metropolitana, mi rendo conto che la popolazione resiste alla crisi
vedi un tot di scarpe bisognose di un passaggio dal calzolaio
tacchi rovinati e cuciture un po saltate
adulti con gli orli dei pantaloni un po sbrindellati
donne con la tinta fatta male
e visi tesi, a venti, come trenta, come cinquantanni
legge sempre poca gente,
molti di più quelli che spippolano con lo smartphone
o ruzzle o facebook o whatsapp
nemmeno io leggo in metro sono solo due fermate e di solito
il libro elettronico è nella borsa.
e se questo 20 marzo lo devo ricordare per qualcosa
lo ricordo per la voglia di scrivere che mi è presa mentre ero li
in piedi, mi tenevo all’apposito sostegno
e mi guardavo intorno