ieri sera, reduce da una durissima lezione di ripasso, che mi ha fatto tornare a casa con gli addominali e i quadricipiti doloranti, sono andata a nanna prestissimo – per i miei standard.
questa notte, non so cosa mi si sia mosso nel subconscio, ma ho sognato:
“abitavo in una casa molto grande, antica, conle sale che si aprivano parzialmente una dentro l’altra, senza corridoi.
questa casa era cosi grande da permettermi di abitare in alcune sole di queste stanze, un paio un po scartolate, con la carta da parati che si staccava, e un paio di reti apppoggiate contro un muro al limite dello scrostato.
nelle altre sale c’erano dei grandi tavoli ricoperti da grandi fagotti, ed era facile intuire che fossero dei morti avvolti e strettamente legati in tappeti o stoffe. in altre sale altri morti erano avvolti in cellophane o pluriball. passando da una stanza a un’altra mi sono accorta che alcuni morti, non avvolti, forse i piu’ recenti, avevano iniziato a muovere le labbra – guarda, stanno parlando – si, lo sai che quando sono morti a volte succede che si muovono –
alla fine, un po infastidita da quella compagnia, che non potevo evitare di incontrare appunto per la mancanza di corridoi che mi permettessero di spostari tra un punto e l’altro della casa, mi rifugiavo inuna stanzetta accogliente che si apriva direttamente sulla cucina, che era agibile senza ospiti indesiderati.”