la tempesta perfetta è quella che mi coglie quando sto pensando ad altro
quando sono alla scrivania una mattina, dopo una notte di sonno più corta del solito
un po meno lucida
una minore resistenza ai forti impatti
trattative che non c’è modo di mandare in porto, nonostante i cambi di referente
il blocco è lì di fronte a me
insormontabile, seguendo le regole sbagliate con cui tento di affrontarlo
mi oppongo all’escamotage che mi viene indicato
si disfa così il lavoro di 2 giorni irreparabilmente, come un castello di carte che cade con un colpo di vento
le mail a cui rispondere, il telefono, le correzioni si mescolano in un mulinello minaccioso sopra alla mia testa
faccio tutto quello che è in mio potere fare
mantengo le distanze
il tempo non è una variabile che abbia un senso
il blocco resta e diventa un ostacolo.
il colpo di vento sparge le carte e mescola la delusione di un lavoro atteso sfilatomi dalle mani,
la soddisfazione di una conferma per un giorno di novembre, che ovviamente è il giorno sbagliato
e il sospetto che tutto quanto non sia accaduto prima a causa del potere esercitato con disprezzo.
oggi chiudo le finestre e metto ordine.