Dimmelo tu….

il prossimo weekend sarò a Roma, suggeriscimi:
_ una cosa imperdibile da fare,
_ un luogo da vedere,
_ una mostra,
_ la pizza bianca con la mortazza migliore della citta’,
_ la trattoria piu’ ignorante ed onesta che conosci,
_ una cosa bella bella che devo fare o vedere, o quello che tu preferisci.

Grazie

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un esempio vale più di mille parole

dialogo dell’assurdo tra me e G. – G. lavora all’helpdesk.

IO: guarda che quella config che mi hai mandato non si carica, dà errore.
G. che errore ti dà?
IO: mi dice “currency error”
G: ahm si c’è una riga errata
IO: quindi cosa me ne faccio di una config sbagliata?
G: è sbagliata SOLO UNA riga
IO: no, è sbagliata tutta
G: ok, ti mando quella giusta.
IO: no, sai è come quando la mattina ti alzi e ti infili un un paio di mutande della tua morosa, ecco, sono sempre mutande, e mancano solo POCHI cm di stoffa, ma fidati, sono quelli fondamentali

🙂 . G. ha riso.

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cose che succedono all’improvviso

– svegliarmi per la terza notte di seguito, dal caldo, e decidere che non posso più dormire con il piumone – nemmeno con la versione a mezza stagione
– cercare furiosamente un paio di scarpe o sandali bassi e rendersi conto che dopo due o tre estati di “birkenstock e basta” oltre alle suddette, che cadono a pezzi, ho solo sandali con la zeppa (più o meno alta) e un unico vecchio paio di sandali da frate (che mi sono messa ai piedi). urge a scelta: o lo scoppio definitivo dell’estate o l’acquisto di una ballerina traforata, o sandaletto basso
– ritornare in ufficio e decidere che la selva di cavi che mi impediscono di aprire gli sportelli dell’armadietto è insopportabile, e farli girare tutti dietro, messi bene (come ho fatto a sopportarla per un anno intero?) e che mi manca una ciotola vera dove mangiare l’insalata.

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Liberazione dal nazi fascismo, non è la libertà che intende Silvio.

In questa ultima settimana ho visto politici di destra e di sinistra dire un po di castornerie sul significato del 25 aprile.
E mi sono chiesta se i loro nonni e genitori non gli hanno mai raccontato nulla, della guerra.
I miei nonni abitavano in romagna, vicinissimo alla linea gotica mi ricordo i racconti dei bombardamenti, la gita a vedere i luoghi in cui mia nonna Virginia, sua sorella Beatrice e gli altri parenti erano stati sfollati, ho ancora delle foto, avrò avuto 10 anni, ma quella scampagnata in mezzo ai monti dell’appennino e al nulla , tranne qualche casale diroccato, me lo ricordo ancora.

Come mi ricordo della piccola Alessandra, ho ereditato una sua foto dalla prozia Adua – maestra in una scuola di campagna popolata da giovani balilla e giovani italiane -, e del racconto della sua morte a 4 anni durante un bombardamento.
Il portone di entrata della casa di famiglia cadde mentre scappava e travolse.
Io ho un nonno morto con l’unorme (alleata).
E poi ancora il racconto di quando gli americani entrarono a Modigliana, scendendo da Tredozio credo che fossero con gl iinglesi, perchè mia nonna mi raccontava che erano indiani.

Mi chiedo se non si vergognano i nostri politici quando dicono che chi stava dalla parte sbagliata combatteva in buona fede ed è quindi degno di rispetto.

vi lascio due link, se qualcuno volesse farsi un’idea:
Uomini in guerra sulla linea gotica (site) e hanno anche un Blog
e il Centro di Documentazione Gothic Line

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Sblocco creativo

vorrei che la vita fosse facile da sbaloccare, – lapsus o typo: volevo scrivere sbloccare –
come riprendere un cappellino all’uncinetto dal cesto del lavoro dopo mesi, e finirlo in due pomeriggi.
– voglio una vita da sbaloccare – e forse questa la capiamo in pochi.

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su vodafone lab

qualche giorno fa, ospiti nel bellissimo spazio del  CoWo di Massimo Carraro, con Sara Maternini, intervistata per vodafone lab.

QUI potete vedere l’intervista.

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carenza di sopportazione

sembra che la vita sia l’elenco delle cose che non ci piacciono
vado un in posto e poi lo critico
in un ristorante e poi, ahh, mai mai piu’.

sembra che il senso sia diventato la critica, la distanza, l’elenco delle magagne:  c’è troppa polvere, inquinamento, confusione, è antipatico, si vanta, se la tira, è inutile, banale, troppo salato, troppo cotto, troppo crudo, troppo sole, troppa nebbia, troppa neve, troppo umido, troppo costoso, cosi belle ma mi fanno male, un vestito meraviglioso che mi prosciuga la carta di credito
è che tutto questo mi fa troppa fatica.

ciò che provi, ciò che sogni, i tuoi piani per il futuro, il colore nuovo della tua sala, quello che speri, le persone che ami, le cose che ti piace fare, i cibi che ti piace mangiare, i luoghi che hai visto che ti sono restati nel cuore.
questi invece mi danno calore.

la negatività ti schiaccia, ti opprime, tinge i tuoi giorni di grigio anche quando c’è il sole, chiude il tuo e il mio orizzonte, questa primavera seminata di speranza, di luce, di vento, di potenziale ancora da scoprire, di cose anche un po paurose e che mi gettano sguarnita in mezzo a una piazza tutta da inventare

e per inventare, creare, progettare, bisogna avere un’inizio e una fine, uno scopo, e quando le possibilita’ sono troppe poi si fa fatica a progettarsi.

nel frattempo vivo quasi come un’eremita, butto, sposto, porto cose in discarica, litigo con il cane che mi parla – abbaia – piu di ogni altra persona vivente, sento la mancanza di quello che ho messo in stand by e che ora forse puo’ ripartire – ma le condizioni al contorno sono cosi diverse che chissa dove andra’ – scalpito, penso, immagino, desidero di fare cosi tante cose che materialmente il tempo non basta.
quindi prendo il calendario, segno date, faccio crocette, nella speranza di farne almeno una piccola parte.

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da Lapo a Paperino i 45 minuti

Milano, cielo coperto 14 gradi: è quella città europea, in cui trovo un foglio di pvc per ricoprire la scrivania, al primo colpo in una ferramenta ben fornita.
A pochi passi da li, poi mi imbatto nell’entrata dei vips alla sfilata di Fendi, vengo omaggiata dell’inserto STyle del NyTimes, e incrocio Lapo a bordo di una Maserati ferma nel traffico.
Poi prendo il tram, e il passante per arrivare in stazione e –  AHAIA – trovare il treno soppresso.
Allora decido di fare la fila per acquistare un abbonamento TrenoMilano – perche a pioltello l’emettitrice è morta e il rivenditore, non so che problema ha avuto con FFSS e ha deciso di non tenere piu i biglietti, chissa’ se per sempre o solo fino alla nuova luna . Arriva il mio turno e il bigliettaio mi dice:

“Questo mese l’abbonamento è scontato” – è il rimborso del danno dei ritardi accumulati nel mese precedente (*)”ma l’abbonamento scontato non glielo posso caricare sulla scheda magnetica, LE DEVO DARE IL CARTACEO”

“questo significa che dovro’ farmi aprire il varco a mano ogni volta che devo prendere il metro’.”

49 euro contro 54, prendo il ridotto.

Ma mi chiedo: chi cavolo supervisiona i sistemi informativi di trenitalia? PAPERINO?

(*) a parte il fatto che io, non avendo fatto l’abbonamento mensile il mese scorso – e l’addetto lo poteva vedere dalla mia scheda ricaricabile che gli avevo dato e lui aveva posizionato sul lettore – non so se avessi diritto alla riduzione.

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dis-incrociare i sospiri

la risonanza era ok.
quindi tutto a posto, la ripresa continua, la prossima risonanza è a meta’ aprile.
enorme sospiro di sollievo, leggerezza e adrenalina 🙂

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che poi la PET la non era esattamente come doveva

o meglio,

c’è qualcosa che non si capisce, e L’oncologa ha fatto una faccia preoccupata, e che:
“bisogna capire cosa è quella captazione nella zona delle clips dell’operazione – magari è solo infiammazione”
e noi qui via a spalmare NERVI SALDI su tutto quello che ci circonda, fino a lunedi che rifarà un’altra Risonanza Magnetica e poi venerdi un’altra visita dall’oncologa.

poi dicono la calma, il distacco e la pratica della pazienza.

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cattolici che mi danno uno spiraglio di speranza

sul corriere della sera, una illuminante intervista all’avvocato della Famiglia Englaro.

Ringrazio Federico Giacanelli per averla linkata, lui a sua volta linka, Daria e Sergio Maistrello.

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vediamo le cose da un’altra prospettiva: dalla Spagna.

El pagano Silvio Berlusconi, divorciado, mujeriego, adúltero confeso y acumulador de poder y riquezas sin fin, ha visto la luz. En 17 años no había pronunciado en público una sola vez la palabra Englaro. En 48 horas, se ha convertido en el más ardiente agitador provida de un país donde no faltan ese tipo de voces.

miguel morael país 8.02.09

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Siamo circondati dai deficenti?

Ho l’impressione abbastanza netta che l’informazione ultimamente stia puntando sulla deficenza come notizia:
I prelati revisionisti che dichiarano in video : ” sull’olocausto non posso dire nulla, non mi sono mai documentato” – EH? – e un’altro che parla di camere a gas per disinfettare
Certo: deve essere una congiura collettiva, o meglio un’allucinazione collettiva durante la guerra e il tramandarsi di essa dal 1945 inpoi.
E questa moda assurda di tatuarsi il numero di cellulare sull’avambraccio, c’altrimenti se lo dimenticavano. MAH!

E poi i ragazzi – eh son ragazzi – che non sono ragazzi per nulla, sono dei deficenti, in quando mancanti di principi morali MINIMI quali il rispetto.
Siano essi il ragazzotto del vigevanese bene che accoltella la fidanzata , e quando chiama il 118 dice, ” c’è una persona a terra ” con la stessa freddezza che stesse dicendo, to’ un gatto morto.
Gli studenti stranieri, a perugia con l’erasmus, che volendo riempirsi un sabato con un evento figo, orgnizzano un festino a carico di una coinquilina – la ragazza veniva da croydon, insomma poco meglio della quarto oggiaro dei bei gloriosi inavvicinabili tempi, immagino fosse abbastanza avvezza a guardarsi intorno – violentandola e simulando altre cose.

E poi altri 4 cazzoni, che non sapendo bene cosa fare a guidonia, escono per rubacchiare – eh certo che fai quando ti annoi? – e per violentare una ragazza: “non credevamo di fare una coa grave” o “volevamo divertirci” ah no? – e mi viene spontaneo chiedere , “ma a casa tua è normale violentare una ragazza quando non sai cosa cavolo fae la sera?” e mi viene ancora piu spontaneo pensare che è meglio che tornino a casa loro.
Forse io sono un po razzista? forse loro sono solo dei poveri di spirito, e lei , la loro vittima, una 23 enne con la vita rovinata.
Che poi che siano rumeni o italiani, non cambia nulla, perchè il ragazzo che a capodanno ha violentato una ragazza a roma è italianissimo.  Come italianissimi deficenti sono coloro che hanno esposto striscioni per sostenere la sua innocenza .
Siamo uguali, sono uguali, nell’incapacita di ragionare e decidere.
Ora mi chiedo, siamo veramente prigionieri dei deficenti? o il sistema del’informazione italiano, che sta cavalcando da settimane l’impassibile cavallo della recessione, ha bisogno di diffondere altro sconforto, altro dolore, altra rabbia per poi lasciare al governo la porta aperta per qualche strabiliante misura? – oppressiva, repressiva, liberatoria? –

Come se la mossa catartica dei militari in citta’ – MA SOLO IN CENTRO E SOTTO LE AMBASCIATE, dove si vedono bene – sia una cazzata.
Nella milano che vivo io non esistono: li ho visti solo in via porpora sotto al consoltao egiziano o palestinese, non ricordo.  Per il resto mai piu visti. ne a stazione garibaldi, ne a pioltello, che non è esattamente via della spiga, in quanto a eleganza, ne’ a lambrate, o piazza udine, o corso sempione, o in via paolo sarpi.

Mah, sarò io che la milano dove vivo io è senza degrado.

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La Clique

foto di KDAMO

a me non piace il circo – ma lo spettacolo che ho visto   all’hippodrome, tutto merito di Jordy che ha prenotato – è stata  molto bello.
L’hyppodrome non è ampissimo, e il palco rotondo è francamente piccolo. il che porta l’audience a essere vicinissima ai performer. Li puoi guardare negli occhi, sentire il loro respiro, Vedere il battito delle loro ciglia, i movimenti del viso.
I filmati che sono su youtube francamente non rendono la giustizia dell’emozione che si prova dal vivo.

le foto sono altresì molto belle, queste le ho trovate su flickr

Se passate da Londra, prima del 19 aprile, fatevi un regalo, prenotatevi un biglietto, e godetevi lo spettacolo di questi atleti che a me hanno tolto il fiato 🙂

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cose successe nel 2008 : nè bilancio, nè propositi

mi sono lasciata trovare da nuovi amici
viste ny e boston
imparati i rudimenti per la barca a vela
ho capito che potrei ancora innamorarmi
ho imparato che quanto arriva la tempesta, mi piego ma non mi spezzo e poi dopo mi rialzo
ri-trovati vecchi visi, ora devo solo coltivarli
imparato a usare la mia liscezza per farmi sciovolare addosso le cose che non mi piacciono, che non condivido, che non capisco e quelle che mi fanno male

propositi per il 2009:

+ barca a vela
+ visi che amo – senza di voi cosa sarei? –
+ “susan per susan”

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