sembra che la vita sia l’elenco delle cose che non ci piacciono
vado un in posto e poi lo critico
in un ristorante e poi, ahh, mai mai piu’.
sembra che il senso sia diventato la critica, la distanza, l’elenco delle magagne: c’è troppa polvere, inquinamento, confusione, è antipatico, si vanta, se la tira, è inutile, banale, troppo salato, troppo cotto, troppo crudo, troppo sole, troppa nebbia, troppa neve, troppo umido, troppo costoso, cosi belle ma mi fanno male, un vestito meraviglioso che mi prosciuga la carta di credito
è che tutto questo mi fa troppa fatica.
ciò che provi, ciò che sogni, i tuoi piani per il futuro, il colore nuovo della tua sala, quello che speri, le persone che ami, le cose che ti piace fare, i cibi che ti piace mangiare, i luoghi che hai visto che ti sono restati nel cuore.
questi invece mi danno calore.
la negatività ti schiaccia, ti opprime, tinge i tuoi giorni di grigio anche quando c’è il sole, chiude il tuo e il mio orizzonte, questa primavera seminata di speranza, di luce, di vento, di potenziale ancora da scoprire, di cose anche un po paurose e che mi gettano sguarnita in mezzo a una piazza tutta da inventare
e per inventare, creare, progettare, bisogna avere un’inizio e una fine, uno scopo, e quando le possibilita’ sono troppe poi si fa fatica a progettarsi.
nel frattempo vivo quasi come un’eremita, butto, sposto, porto cose in discarica, litigo con il cane che mi parla – abbaia – piu di ogni altra persona vivente, sento la mancanza di quello che ho messo in stand by e che ora forse puo’ ripartire – ma le condizioni al contorno sono cosi diverse che chissa dove andra’ – scalpito, penso, immagino, desidero di fare cosi tante cose che materialmente il tempo non basta.
quindi prendo il calendario, segno date, faccio crocette, nella speranza di farne almeno una piccola parte.