partenza da milano, con la cassiera dell’autogrill che sbaglia lo scontrino e mi addebita 2 brioche, chissà quante altre volte l’ha fatto?
il viaggio su roma, me lo passo tra un pisolo e la visione della costa tirrenica da la spezia a roma, molto bella.
su civitavecchia le nuvole paiono leoni ruggenti, cotonosi e batuffoli che ci mangiano.
“ma gli ucceli volano dentro le nuvole come gli aerei?!”
ecco non credo.
trovo Lui e Manu ad attendermi fuori dall’uscita, con un gentile cartello, nel caso mi perdessi 😉
checkin con domande esistenziali a cui nessuno sa rispondere?
“posso imbarcare i ferri da calza in bambù?”
“signora, ma le servono?”
“in 8 ore di viaggio, direi di si”
“eh, sono anche 9”
cvd.
corro al controllo dell’imbarco e una ragazza divertita mi conferma che si, possono essere imbarcati.
ottimo.
ultimo pasto al self service, praticamente a ora di merenda, in compagnia di un francesce, niente male in vestito gessato grigio e magliettina bianca, a mo’ di don jhonson, che passa tuto il tempo al telefono.
stentiamo a trovare l’imbarco, stregate dalla publicità oltre la grandezza naturale di versace il cui testimonial Patrick dempsey ci fissa in ogni dove.
salite al terminal 25, scoviamo una feltrinelli express mi faccio battere le pezze dal cassiere che si offre di consigliarmi un libro, “cerca qualcosa in particolare?” “qualcosa da leggere tra qui e ny” prendo un libro di erri de luca, pago e corro a imbarcarmi.
l’imbarco effettivo avviene con 40 minuti di ritardo.
viaggio con ocean 13, l’ultimo pirati dei caraibi, iniziato un calzino viola e fato diventare il culo a forma di sedile, e ripromessa di annienterami con una 10ina di gocce di lexotan e non pensarci più.
la dogana passa con la scansione delle impronte degli indici e un micro quarto grado di cui capisco le domande e do anche dele rispote sensate.
taxi da jfk assegnato ufficila e da personaggio in divisa: 45 dollari.
Iqbal è giovane, pakistano, guida come un dannato, 70 miglia fisse ove c’è limite di 50, per fortuna non so il corrispondente in km/h.
il primo avvistamento di manhattan è la punta illuminata del crysler building, 🙂 , la skyline notturna ancora piu’ bella che nei telefilm.
per il mio fuso orario sono le 7 del mattino, forse è ora di provare a dormire qualche ora.
ovviamente la rete del caffe reggio adesso non si prende, posto piu’ avanti.
dormito, sveglte ora, alle 7:59 oralocale. direi che lo spauracchio jet lag per ora è azzerato, aspettiamodi vedere cosa succede durante il giorno.
bene cos’ ti seguo invidiosa
Gia’ a casa! E c’e’ pure labbanda!
odo
ben arrivata nella grande mela. ricordati i miei pretzel.
🙂
Benvenute in USA! Siete già tornate a casa? Noi abbiamo Marta con la febbre. Anche noi siamo andati giù di paracetamolo.
che meraviglia!!! così vi seguo giorno per giorno…
poi quando torni mi insegni a lavorare a maglia?
un bacio grande!
Be’, direi che 50 miglia all’ora siano un’ottantina di KMK. Fai tu i conti ^___^
remyna: quando vieni a lavorare amaglia con noi?